mercoledì 1 aprile 2015

Italians Vs Italians

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Bozza cover per un progetto sull'Inno d'Italia, Paramica Edizioni, mai pubblicato - 
Una sorta di schizofrenia coglie gli emigranti italiani delle ultime generazioni. 
“Non andare a lavorare con gli italiani, ti sfruttano e ti trattano male”
“Che fastidio a Portobello, sentivo parlare solo italiano!”. 
“Non mi piace quel posto, è pieno d’italiani.” 
E, scusa, noi cosa siamo??? 
A volte cado anch’io in questa trappola, se sento parlare italiano nella tube (talvolta così ad alta voce che non posso far a meno di sentire, sigh), provo un senso di fastidio. Stento a riconoscermi nei miei simili.
È come se dicessi: Io?! Io no! Mica sono come loro? Sono integrata io, vivo qui, mi tengo sulla destra quando sto sulla scala mobile io, che credete?!

Certo, le faccende politiche degli ultimi anni hanno contribuito non poco a farci sentire lo zimbello d’Europa e del mondo, il marchio di mafiosi e corrotti è uno stereotipo pesante da sopportate ed è vero: siamo piuttosto chiassosi, gesticoliamo, siamo invadenti… ma c’è un problema più profondo alla base. La mancanza di un senso di appartenenza, coesione, patria (se vogliamo usare questo termine), lo so che la nostra storia non ci ha aiutato affatto a sentirci Paese, ma non voglio passare la vita a dissimulare, far dimenticare ciò che fa parte di me, insomma mi fa tristezza pensare: sono italiana ma non tanto.

Mi spiegavano che qui non c’è qualcosa come la Little Italy americana, non c’è una comunità forte che ha colonizzato interi distretti, a differenza di molti altri gruppi. 
Forse neanche la vorrei, in fondo sono andata via anche per scrollarmi di dosso certi meccanismi che ci appartengono culturalmente e non vorrei ritrovarne la fotocopia londinese.

Eppure dagli italiani che ho conosciuto qui ho avuto favori, aiuto e gentilezze disinteressate. 
Ho passato ore al telefono a farmi spiegare come funzionano le cose, ho ricevuto calore e supporto, ed ho cercato di darne ad amici e conoscenti che arrivavano qui dopo di me. 
Perché è così che si fa.

Perché quando uno arriva qui è solo e smarrito e un po’ di calore umano aiuta a superare le difficoltà.

Forse come popolo abbiamo qualche problema, ma presi uno ad uno siamo proprio brave persone. 

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