mercoledì 30 aprile 2014

Leggo perchè...

Illustrazione.L'Orlando Furioso.Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
L'Orlando Furioso
Illustrazione.La lingua nel Medioevo. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Capita a volte di doversene andare perché qualche editore importante si accorga di te. Ovviamente non è una legge, ma a volte capita…


Per il prossimo anno scolastico uscirà in Italia un’antologia per le scuole medie della Mondadori Education dal titolo “Leggo perché…”di cui io ho curato un’ottantina di illustrazioni del volume di Letteratura. Per quale misterioso intreccio di circostanze siano arrivati a me, senza conoscermi personalmente e in un momento in cui non ero presente né fisicamente, né con pubblicazioni nuove sulla scena editoriale italiana, non lo sapremo mai. So solo che un giorno mi è arrivata una mail e che appena ho letto MONDADORI ho fatto un salto sulla sedia. 



E’ così che mi sono tuffata nell’editoria scolastica. La parola tuffata non è scelta a caso. La scolastica ha dei ritmi che per un illustratore abituato al picturebook sono da infarto. In questo caso consegne di circa 10 tavole alla settimana. D’accordo, le illustrazioni erano piuttosto piccole ma insomma, dieci tavole... 


Illustrazione di Monica Auriemma.Iacopo da lentini."Leggo perchè..." Mondadori Education
Iacopo da Lentini. "L’amor è uno desìo che ven da core". 
A volte avevo a disposizione delle striscioline di pochi centimetri, o degli spazi a forma di L, U un paio di volte Z (!), ho realizzato i disegni al doppio della grandezza, altrimenti non riuscivo a fare i particolari, e poi rimpicciolivo in fase di “montaggio”. 
Illustrazione.Cecco Angiolieri.Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Cecco Angiolieri. " Becchin' amor! Che vuo' falso tradito!"






Poi c’era il fattore suspense: sapevo solo che si trattava della letteratura dal medioevo ai giorni nostri, ma i testi mi arrivavano di settimana in settimana. Aprivo la mail e… toh, questa settimana roba semplice, Dante, Petrarca e Boccaccio! 
Illustrazione.San francesco.di Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Il Cantico delle creature


E’ stato come tornare ai tempi della scuola, comprese le preferenze o le antipatie per qualche autore, senza l’ansia da interrogazione. Solo qualche nottatina per consegnare. Conclusione: positiva. Anche perchè nella vita quante altre occasioni avrò di illustrare la Divina Commedia, L’Orlando furioso, i Promessi sposi?

Questa è una selezione delle tavole. Non tutte e ottanta, state tranquilli! 
Illustrazione. Il Milione. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Marco Polo. Il Milione












Da ragazzina mi innamorai follemente del protagonista dello sceneggiato televisivo di Giuliano Montaldo. Questa è una parte della cittadella del Gran Khan. 
Illustrazione.la selva oscura. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education

Dante Alighieri. 
La Divina Commedia.






La Selva Oscuuuuura! (prego evitare tutti i paragoni con gli altri illustratori. Per pietà…)

Illustrazione.Caronte. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education



Caronte.


Il mio versetto preferito: “Caron, non ti crucciare, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare…” e sta un po’ zitto!

Illustrazione. Manfredi. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education





Manfredi.



Confesso che Manfredi non me lo ricordavo.  Era un re svevo, figlio illegittimo di Federico II.
Il povero disgraziato si pentì in punto di morte ma fu scomunicato lo stesso e le sue ossa gettate nei campi.

Illustrazione. Manfredi2. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education





Siccome era descritto come “biondo, e bello, e di gentile aspetto” ho pensato bene di omaggiare il mio compagno con un ritratto (togliendogli giusto quei trenta chili di dosso…), veramente regale! 
Illustrazione. Paolo e Francesca. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education








Paolo e Francesca, la grande ingiustizia ai miei occhi di adolescente. “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”, Dante, questa non te l’ho mai perdonata. Approfitto per dirtelo ora. NON dovevi collocarli all’inferno, potevi trovare un escamotage, eri tu l’autore, che diavolo! E non credere di cavartela perchè svieni a fine canto e cadi come corpo morto cade! 
Illustrazione. Petrarca. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education










Francesco Petrarca, il tormentato.
Tutta la vita a oscillare tra l’amore per Laura e il senso di colpa per l’abito talare che portava. Dev’essere stato meraviglioso…
Illustrazione. Orlando Furioso2. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
L'Orlando Furioso. palazzo di Atlante




Il Palazzo del Mago Atlante: ori, sete e strani ornamenti. Orlando ormai è fuori di testa, crede di aver visto Angelica e la insegue dovunque:
“Di su di giù va il conte Orlando e riede;/né per questo può far gli occhi mai lieti/che riveggiano Angelica, o quel ladro/che n’ha portato il bel viso leggiadro.” Orlando Furioso: rileggere!
Illustrazione. Parini. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education




Parini. Il Risveglio del Giovin Signore.
Ode alla giornata inutile di un giovane nobile del 700. Satira efficacissima del modo di vivere dei nobili-parassiti, mi ricorda tanto i quadri di Hogart. “e de’ labbri formando un picciol arco,/dolce a vedersi, tacito sbadiglia”






Ugo Foscolo. Alla Sera.
“Forse perché della fatal quiete/tu sei l’immago,/a me sì cara vieni,/o Sera!...” La Morte, signori, non c’è da sbagliarsi. E io, che per ispirarmi ero partita dai quadri di Friedrich, con questa Morte all finestra,sono quasi finita in Dylan Dog…ecco i rischi di vivere nella cultura di massa.
Illustrazione. A Silvia. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education



Giacomo Leopardi. A Silvia. 
L’apice dell’allegria. 
La povera ragazza passava le giornate cantando e tessendo, immaginando un futuro felice e invece: 
O natura, o natura, 
perché non rendi poi
quel che prometti allor?
perché di tanto inganni i figli tuoi? 
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella.” 

Ma magari nel suo futuro ci sarebbe stato un marito ubriacone, dodici figli ed un lavoro usurante… chi può dire se la natura è stata veramente maligna?
Illustrazione. Promessi Sposi. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Alessandro Manzoni. I Promessi Sposi.
Ho scavato nei vecchi sceneggiati televisivi, per l’incontro con i Bravi mi sono permessa di citare Alberto Sordi, un fantastico Don Abbondio ."– Cioè… – rispose, con voce tremolante, don Abbondio: – cioè. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende. Il povero curato non c’entra..."
Illustrazione. Promessi Sposi2. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education


“Per amor del cielo, per quel Dio, al cui cospetto dobbiam tutti comparire … – e, così dicendo, aveva preso tra le dita, e metteva davanti agli occhi del suo accigliato ascoltatore il teschietto di legno attaccato alla sua corona…” Questo è il bellissimo dialogo che culmina con la profezia: “Verrà un giorno…” , che puntualmente si compie. Don Rodrigo morirà di peste, solo e abbandonato. Tiè!







Giovanni Verga.
Rosso malpelo.
Niente lieto fine qui. 
Una storia amara. 
In questa scena il ragazzino misura le scarpe del padre morto in miniera. 
La stessa fine che toccherà a lui. 

Illustrazione.Pirandello. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Luigi Pirandello. Il fu Mattia Pascal.
Il protagonista pensa di sfruttare la falsa notizia della sua morte per rifarsi una vita altrove, ma scopre che senza documenti non “esiste” più. La scena descrive il suo ritorno in paese dopo due anni. “Ah, che vuol dir morire! Nessuno,nessuno si ricordava più di me, come se non fossi mai esistito… Due volte percorsi da un capo all’altro il paese, senza che nessuno mi fermasse.”
Illustrazione. Il paradiso dei bambini. Monica Auriemma."Leggo perchè..." Mondadori Education
Nagib Mahfuz. Il Paradiso dei bambini
Dialogo serrato tra padre e figlia sulla religione. Adoro i bambini quando ci mettono in imbarazzo!   “Moriamo quando lo vuole Iddio. – E perché Dio vuole che moriamo? – Egli è libero di fare ciò che vuole. – La morte è bella? – Oh no, tesoro. – E perché Dio vuole una cosa brutta? – È bella quando è lui a volerla.– Ma tu hai detto che è brutta.– Mi sono sbagliato, amore.”

Copertina. Leggo perchè... mondadori Education
Abbiamo finito! Una pacca sulla spalla a chi è arrivato fin qui! Il libro non è ancora in vendita, per ora lo trovate qui


mercoledì 23 aprile 2014

Listening…what?

image listening TV monicauriemma
Migliorare il listening stando chiusa in casa a disegnare. Gli unici con cui parlo: postino (indiano), vicina (cipriota), negoziante (turco), proprietaria del take-away (cinese). Mmm… la vedo dura…
Da domani ricomincio a correre al parco. Magari cado (come è probabile) e sarò costretta a chiedere aiuto, oppure mi perdo (altrettanto probabile) e domanderò informazioni. Magari becco un inglese, si sa mai…
Per ora nei ritagli di tempo mi piazzo davanti alla TV.
E ascolto. 
Film, TG, notizie economiche o sportive di cui non m’interesserebbe niente. Tribune politiche (!). 
Una volta sono rimasta un’ora davanti ad un comizio di Ed Miliband; ero commossa ed esaltata, lo avrei votato, ma solo perché riuscivo a capirlo! Documentari di tutti i tipi (c’è la BBC4 che ne fa di spettacolari). Pubblicità. Qualunque cosa. Mi aiuto coi sottotitoli in inglese così se perdo qualche parola la recupero in forma scritta.
Quando guardi un programma in inglese non hai bisogno dei sottotitoli? Allora smetti di leggere il post e sappi che già ti odio perché sei molto più avanti di me.

Invece tu che come me ti senti ancora un pesce nella boccia, vuoi sapere a che punto è il tuo listening?
Prova a fare un esperimento: piazza una webcam, un telefonino, qualcosa che riprenda la tua faccia mentre guardi la TV.
Secondo me l’ideale è una sitcom: a meno che tu non soffra di paresi facciale, i tuoi muscoli riveleranno subito quello che hai capito e quello che ti sei perso.  Scegline una che trovi piuttosto divertente. Nelle sitcom in genere le battute hanno un intervallo medio tra i 10 e i 20 secondi. Perciò se capisci tutto, nello stesso intervallo ci sarà un tuo “AHAHAH!” Simultaneo alle risate in video.

Nelle mie riprese potresti vedere in sequenza: “AHAHAH!” –“ AHAHAH!” - faccia interrogativa, poi “AHAHAH!” (sfasato, l’ho capita in ritardo) – “...mmm…” (non l’ho capita) – “AHAHAH!” – “cheee???!”- “AHAHAH!”- “mannaggia!!!” (ho perso tutto il blocco di battute) - “AHAHAH!”- “AHAHAH!” e via così.

Praticamente il video di una matta. 

Lo so, lo spettacolo è pietoso, ma all’inizio era tutto un “…mmm…”, ho fatto dei progressi, no? NO? NOOO???!

lunedì 14 aprile 2014

Improbabili Interviews n°2

immagine sandwich artist. monicauriemma
©Monica Auriemma
Novembre 2012. Vedo l’annuncio e penso: questo è il lavoro perfetto! Nota catena di fast food (il cui nome si tradurrebbe come "Metropolitana") cerca Sandwich Artists. Le menti diaboliche della comunicazione di questa azienda hanno coniato un nome prestigioso per gli addetti alla preparazione dei panini. Artist. Colui che crea. In realtà di creativo c’è ben poco. Segui le indicazioni del cliente e anche se lui decide di spalmare del tonno sulla carne aggiungendo salsa barbecue, maionese, mostarda e ketchup tutte insieme, tu non hai alcun potere sulla tua “creazione”. La tua Opera d’Arte è assolutamente in balìa del primo che capita. Ma il nome, il nome è così romantico!  Già immaginavo il titolo della mia biografia da futura  illustratrice famosa: DA SANDWICH ARTIST AD ARTIST ILLUSTRATOR.  Perché ad una certa età alla biografia bisogna pur cominciare a pensare, il fatto che non si sia famosi e che ci siano pochissime probabilità di diventarlo in futuro è assolutamente secondario… =D

Invio quindi la mia trecentesima application della giornata e incredibilmente vengo contattata per un’interview il giorno dopo. Perché proprio quella? Certo, dopo un mese dal mio arrivo, i miei CV cominciano ad avere un aspetto meno raccapricciante dell’inizio, ma poi ho capito che in questo tipo di applicazioni (per lavori nelle grandi catene, dove all’offerta rispondono in centinaia) la fortuna gioca un ruolo fondamentale. Devi mandare la domanda al momento giusto, né prima, né dopo. L’ addetto alle selezioni in quel caso (me lo ha detto lui stesso)  aveva dato un’occhiata di venerdì sera, aveva pescato le prime 50, senza neanche guardare troppo le esperienze, le skills e tutta quella roba (di cui ho parlato in questo post), e chiamato.

Comunque, per me era un segno del destino: due carriere parallele si spalancavano davanti al mio cammino ed avevano in comune la parola Artist. Arrivo così, gasata ed emozionata, all’appuntamento. Per prima cosa mi viene fatto compilare un form con le esperienze lavorative, referenze, ecc…  (non ho uno straccio di referenza qui, visto che vengo da fuori, si dovranno accontentare degli editori italiani con cui ho lavorato, i quali, informati che qualcuno potrebbe chiamarli da Londra, sembrano alquanto terrorizzati…) . Segue un test scritto che pretende conti aritmetici (da me???):  Se il cliente vuole pagare con due dollari e una moneta da un quarto di dollaro quanto riceve di resto? Un bel niente, perché qui siamo a Londra e c’è la sterlina e voi dovreste saperlo meglio di me, acc…!

La chiacchierata finale è abbastanza divertente, il Supervisor è simpatico. Perché ho deciso di tentare proprio con loro? Perché OVVIAMENTE sarei felice di lavorare per un’azienda così PRESTIGIOSA, di cui condivido  TUUUUTTA la politica in fatto di salute, cibo sano non fritto e ridotto impatto ambientale (prima di andare mi ero studiata tutta la loro propaganda) . Mi dice che hanno anche una particolare attenzione per il sociale, che sostengono varie charity ( qui se non sostieni una charity non sei nessuno…). Alla fine  mi spiega la differenza dello stipendio base a seconda dell’età: “If you have more than 21 years…” Mentre lo dice intravedo la piegolina al lato delle labbra che significa: mento per contratto fingendo di crederti giovane, così ti lusingo e ti do le informazioni necessarie. Al che scoppio a ridere e dico: “21 years??? Sésé! (sottolineando con la mano all’altezza dell’orecchio, come a farmi vento) I’m 44! I’m old! I can be the grandmother of my colleagues!” anche lui ride come un matto, ha capito anche il “sèsè” (forse).


Dal silenzio  dei giorni successivi deduco che il mio sottile humour non ha fatto colpo, o forse è stato il problema dei dollari, più probabilmente  il fatto che potrei essere davvero la nonna dei miei colleghi. Pazienza. Vorrà dire che cambierò il titolo della biografia…

mercoledì 9 aprile 2014

Improbabili Interviews n° 1

Gli inizi della mia carriera lavorativa in UK sono stati segnati da una serie di tentativi che ho chiamato Improbabili Interviews, seguite qualche volta da lavori temporanei, anch'essi, per le mie note abilità, altrettanto improbabili. 
Ma cominciamo con ordine, cioè dalla situazione di partenza.
Cosa avevo in mano prima di mollare gli ormeggi nell’ottobre 2012? Un contratto con un’azienda inglese, una delle centinaia di produttrici di Greeting Cards a cui avevo scritto, dal quale mi aspettavo un po’ di royalties avendo disegnato per loro 20 cards natalizie, che poi mi frutteranno la cifra esorbitante di circa 8 sterline in due anni, c’e da arricchirsi! (ma questa cosa all’epoca non la sapevo…). 
L’email di una agente di illustratori  che si era detta interessata al mio lavoro e voleva incontrarmi, anche lei parte di un elenco senza fine, recuperato dal Children’s Writers’&Artists’ Yearbook, (specie di bibbia del settore, studiata avidamente, se volete lo trovate qui)  dal web e da colleghi generosi che mi avevano passato i nominativi.

Riesco ad ottenere un appuntamento con lei il 6 Novembre. Sono terrorizzata. In caso avessi bisogno di interpreti (ne avrò bisogno, lo so), mi accompagna la prode Manuela  [Salvi, per la cronaca, scrittrice che da qualche anno vive tra l’Italia e Londra, e mi fa da appoggio, coach, Cicerone, guida gastronomica e spalla su cui piangere, in questa città ]. 
Ci vediamo alla Tate Modern, spazio riunioni. Sudo freddo.  
Lei è bionda, tipicamente british, naso e bocca lontani, occhi chiari, grande mimica facciale, parla un inglese perfetto che quasi riesco a capire tutto. Ridiamo parecchio, si riferisce agli illustratori francesi mettendosi un dito sotto il naso e arricciandolo (come per dire che sono snob), mi chiede se il testo su uno dei miei libri sia anche in cinese e io le rispondo che non ne sono sicura “because my Chinese is not so fluent ...” (battuta per scaricare la tensione, ma sarà il massimo che riuscirò a dire, il resto, una serie di bwfxfgh…). Per lei il mio lavoro e' too good, and very, very different. Too good significa che per il mercato medio è un po’ troppo raffinato, very different che forse non si capisce dove collocarmi (ragazzi, è una vita che mi sento “very different”, gradirei non considerarlo più il mio handicap ma la mia vittoria, grazie). 
Le piacciono i miei draghi e i miei elefanti (che vedete qui sotto). Glieli affido volentieri. Li porterà un po’ in giro, magari l’aria di Londra farà loro bene e chissà… Al ritorno attraverso il Millennium Bridge con un timido sole che mi scalda la faccia. La mia testa produce milioni di pensieri. Preparo piani d’attacco…
Improbabili Interviews. Copertina de "Il Duca Yè".
Copertina de Il Duca Yè. Sinnos Editrice

Improbabili Interviews. Elefante ne "La gemma nel Vestito.
I Ciechi e l'Elefante, da La Gemma nel Vestito. Sinnos Editrice
Dopo una settimana ricevo una sua mail: “… Sono veramente impressionata dal tuo lavoro,  i tuoi fantastici disegni, e la tua abilità nell’uso di Photoshop” (azz…) “ Ieri ho avuto un incontro con…”(oh,oh, nome grosso dell’editoria!) “... lei ha apprezzato molto il tuo lavoro e sta pensando ad un libro…” Calma, cerco di stare calma… Sto per dare una svolta alla mia vita?
I mesi successivi spegneranno il mio entusiasmo. L’agente praticamente sparisce dopo avermi assicurato che aveva cose importanti da dirmi, si perde nel blu… non mi chiedete perché, mistero. Ogni volta che la contatto mi dice che mi chiamerà il giorno dopo. Alla fine mollo per stanchezza ma confesso di essere scioccata e un po’ scossa da questo comportamento. Qualcuno mi avverte che a volte per gli inglesi è così inconcepibile comunicare un insuccesso che preferiscono sparire, scelgono il silenzio. Ma davvero??? Inglesi, vi voglio bene, ditemi che non è così! La cosa mi farà perdere qualche mese di ricerca, e regalerà una serie di epiteti poco carini alla suddetta agente. Ma io non mollo e mi rimetto a cercare.
L'interview successiva sarà per un lavoro "artistico" un po' diverso, ma ne parlerò nel prossimo post...

mercoledì 2 aprile 2014

Il Centauro in Carrozzella

L’ho incrociato ad un semaforo. 
A prima vista sembrava un qualsiasi Harleysta anziano, uno di quelli che si sono girati il mondo negli anni 70 e oggi sfoggiano elmetti vichinghi e braccia tatuate (col freddo di Londra!) mentre portano a passeggio la loro moto da collezione. 
Ma c’era qualcosa in quella moto che non riuscivo a mettere a fuoco. 
Poi ho capito, quella non era una Harley Davidson ma uno scooter elettrico per anziani con tanto di poltroncina e tre ruote, abilmente customizzato e accessoriato: bandiera americana, specchietti, adesivi e borse di pelle laterali con le frange… a quel punto sono passata dalla simpatia all’ammirazione.
Io ti ammiro, Centauro In Carrozzella, perché la vita ti ha voluto piegare e tu hai detto no. 
Ti è stato riservato un futuro di immobilità e tu hai mantenuto alto il tuo spirito, e finché avrai un briciolo di energia non ci sarà ostacolo alla tua libertà. 
Quando passi per la città la gente si volta. E fa bene perché puoi essere un esempio da seguire. 
Per me lo sei stato. 
Maximum respect!