martedì 25 febbraio 2014

Aida, la lunga gestazione

Copertina Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Dopo ben due anni dalla sua preparazione esce in Italia “Splende una nota- Aida”. Il progetto dell’Associazione L’Ilopera è nato per avvicinare bambini e ragazzi all’Opera Lirica. Qui il testo dell’Aida è riscritto per ragazzi, in italiano e in inglese, con precisi riferimenti ai brani dell’Opera che possono essere anche ascoltati attraverso il web. Quando mi hanno avvisato che stava per uscire ormai ero convinta che aspettassero la mia dipartita per pubblicarlo postumo e guadagnare di più! =D
Due parole su come l'ho progettato. Non dovevo confrontarmi con un classico libro illustrato ma con centinaia di allestimenti di una delle più famose opere verdiane (scusate se è poco...). La fase di ricerca è stata abbastanza lunga, mi sono creata dei punti di riferimento per lo stile che avrei usato (non doveva essere per bambini troppo piccoli ma neanche troppo  articolato da risultare illeggibile). La pittura Egizia ha un fascino incredibile, ne ho studiato i moduli decorativi, le forme simboliche ripetute, i colori, e per quanto possibile, le pose (ho usato quasi tutti personaggi di profilo, tranne in due o tre situazioni). 

Pittura Egizia, studio per Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Azur e Asmar, di Ochelot. copertina. ispirazione per l'Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Qualche anno fa sono rimasta molto affascinata da alcuni films d’animazione del francese Micel Ocelot. Mi fu regalato un libro tratto da una delle sue opere: “Azur et Asmar”  e mi piaceva molto il contrasto che c’era tra gli sfondi, preziosi, elaborati e coloratissimi, e le figure estremamente lineari, spesso ridotte a silouettes, questo è stato uno dei riferimenti visivi.

Avevo poi in testa questa sensazione di sfarzo e splendore tipico del melodramma, volevo che tutto luccicasse, ma nello stesso tempo si vedesse che il luccichìo era finto, teatrale. Il marchio indelebile che ha lasciato il teatro in me è che in sostanza puoi creare il più grande sfarzo con materiali veramente poveri, l’uso di oggetti e materia reale che assume altro significato è una costante dei miei lavori. Ho cominciato a scegliere i materiali che hanno formato la tavolozza (se così la vogliamo chiamare). Diciamo che per ogni lavoro prendo una "fissazione", per l’Aida la parola d’ordine è stata “ferraglia”. Per settimane sembravo una gazza ladra, qualsiasi oggetto riflettesse la luce veniva sottratto alla sua funzione primaria, smontato e passato sullo scanner, poi pulito e isolato il più possibile perché diventasse un modulo decorativo. Com’era ridotto il mio angolo studio? Una discarica, per rendere l’idea. Questi sono alcuni esempi.

Oggetti utilizzati per le tavole. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
graffette da ufficio, condensatori, lucine natalizie,vecchi circuiti elettrici, schede madri di pc

Oggetti utilizzati per le tavole 2. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
linguette di lattine di bibita, gancetti di varie forme, filo elettrico, filo d'ottone

Ed ecco qualche elemento "montato"
Elementi preparatori per le tavole. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
il corpetto di Radames, il ventaglio della copertina
Dovevo scegliere poi lo stile dei personaggi. Quando creo personaggi buffi in genere mi ispiro vagamente alla realtà ma reinvento, in questo caso invece volevo modelli reali, quasi attori da truccare, vestire e “appiattire”. Come sempre è partita la caccia all’uomo. La mia fortuna è quella di avere amici estremamente pazienti, che mi assecondano nella mia follia. Ho scelto le “vittime” e dopo essermi fatta uno storyboard di massima per studiare le pose che volevo,  le ho sottoposte a sessioni fotografiche che ci hanno fatto passare pomeriggi esilaranti. 
Storyboard 1. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration

Storyboard 2. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Decisamente non ho la stoffa del regista, ma mi sono molto sforzata, giuro. Discutevamo di quello che stava accadendo nel dramma e quando spiegavo loro l’atteggiamento che dovevano avere, la povera Aida man mano si trasformava in una specie di sceneggiata napoletana. Ovviamente non potevo pretendere di avere tutti gli attori a disposizione nello stesso luogo e allo stesso momento, per cui ho costretto per esempio, fratelli e sorelle ad abbracciarsi come amanti, per poi sostituire i personaggi in fase di lavorazione.
Foto per studio.Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
alcuni "attori"


ed ecco qualcuna delle tavole finali.
Tavola Radames Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Tavola Aida e Amneris Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Tavola Radames e Aida. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Investitura di Radames. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Trionfo di Radames. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Amonasro in prigione. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Radames, Aida, Amonasro. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Processo a Radames con il Re e il Gran Sacerdote. Aida di Monica Auriemma. Children's Book Illustration
Per ora il libro si trova nello shop del Teatro alla Scala di Milano e in quello della Fenice di Venezia, si può ordinare on line QUI
Di seguito il Link ad una mia intervista rilasciata al periodico TempiDispari

lunedì 24 febbraio 2014

I speak English, of course. Io parlo inglese, di corsa...

Sono cresciuta circondata da così tanti termini inglesi, canzoni inglesi, cultura anglosassone che, pensavo, beh, un po’ la lingua la mastico, riuscirò a cavarmela. Noi napoletani in particolare, abbiamo la ferrea convinzione (non del tutto infondata) che a gesti riusciremo a farci capire ovunque. Finchè sei un turista può anche funzionare.
Se per esempio devi chiedere un’indicazione te la puoi cavare mimando e gesticolando, ma quando vivi qui e i discorsi si fanno più complessi, e tu continui a dire “Io ieri pensare questo, tu domani dire quest'altro...” come gli indiani nei films western, il tuo interlocutore farà uno sforzo enorme per seguirti. Ma diciamo che ti avrà capito e ti risponderà: a quel punto tocca a TE capire quello che lui dice. E lì son dolori...

Ancora adesso io condisco istintivamente il discorso con centinaia di gesti esplicativi, muovo l'aria tutto intorno, mi agito (cosa che spiazza non poco i britannici).  Qualche volta questi segni sono così legati alla mia cultura di provenienza, che più che spiegare, a qualcuno confondono le idee, e diciamocelo, con tutto 'sto movimento di mani, sembro una matta. Un giorno incontrai una collega indiana del mio corso d'inglese nei pressi dell'istituto dove avevamo lezione, la salutai con un "see you later", che sarebbe potuto bastare, ma io non mi seppi fermare, dovevo rincarare la dose, accompagnai le parole con una rotazione continua della mano chiusa con l'indice puntato, e lei scoppiò a ridere... chissà cosa posso averle detto...magari con quel gesto l'ho insultata nella sua lingua...

Perciò non mi stancherò mai di ripetere a tutti quelli che mi chiedono consigli per venire qui, così come è stato ripetuto a me: per favore, usate tutto il tempo e le risorse che potete per  studiare l’inglese. E non illudetevi se seguite un corso di due settimane in Italia e vi sembra di cavarvela, vi aspetta tutt'altro qui! (come sono incoraggiante oggi...)
Se non avete budget per corsi c’è sempre il caro British Council che può venirvi in soccorso, iscriversi è gratuito, e ci sono dei podcast da ascoltare, voi infilate le cuffie e via.
Oppure trovatevi un fidanzato/fidanzata inglese, mi dicono che si impari molto in fretta (ma ovviamente questa opzione non è applicabile sempre).
Più ne saprete meno traumatico sarà l’impatto.

Un’ottima cosa è memorizzare lo spelling, soprattutto del vostro nome, prima di arrivare qui. Vi servirà in quell’incubo senza fine che sono le telefonate con gentili operatori di tutti i tipi, che vi chiederanno i vostri dati, e ovviamente non saranno abituati a sentire nomi come Doralinda Crescimbene, per dire. Se iniziate lo spelling con “D come Domodossola” credo che la vostra conversazione sarà in salita. Per chi non lo conoscesse, basta andare su google, digitare Spelling Internazionale e lo trovate (Alpha, Bravo, Charlie, Delta…), certo, potete usare anche altre parole se siete in difficoltà, come me, che in una telefonata, presa dal panico dissi V…V…V for Visitors!