Non abbiamo il piacere di
conoscerci,
sono un’immigrata,
europea, precisamente PIGS*. Adesso
non fare quella faccia, please, so che per te siamo un bel problema. Ma non è
colpa mia se il tuo piano di taglio all’immigrazione è fallito perché ti
preoccupavi degli extracomunitari e ti hanno invaso dall’Europa, guardavi ad
est e siamo arrivati noi dal sud. Ti giuro che non ci siamo messi d’accordo.
Siamo l’emblema della tua sconfitta, ma credimi, non l’abbiamo fatto apposta.
Volevo solo dirti che io
ti capisco. L’aumento rapido dell’immigrazione porta sempre problemi di
adattamento, tensioni, insomma non è semplice. La gente comincia ad essere
preoccupata.
So che Farage dell’UKIP ti sta facendo venire la gastrite. Lui è bravo a prendere consensi
parlando direttamente all’istinto, senza passare per il cervello; offre
soluzioni elementari a problemi complessi. Le
cose non vanno bene? Colpa degli immigrati! Riprendiamoci la nostra Patria, e
fanc… a questa Europa che ci riempie di stranieri che ci rubano il lavoro! Un
vero campione di retorica (mi ricorda qualcuno in Italia…).
Solo che lui se lo
può permettere, è “estremista”, tu devi avere un po’ più di aplomb.
Allora hai promesso che
se ti rieleggono rinegozierai i termini
dell’appartenenza all’Unione Europea cominciando dalla libertà di movimento. E
se questo non sarà possibile, allora non escludi nulla. Poi i cittadini europei
saranno espulsi se ancora disoccupati dopo sei mesi di permanenza e potranno chiedere i benefits (sussidi per
la sopravvivenza) solo dopo aver vissuto, lavorato nel paese, e pagato tasse,
per quattro anni.
Detto tra noi, magari va bene per i tuoi elettori, ma sei
sicuro di poterlo fare? E sei sicuro che funzioni da deterrente per tutti gli
immigrati europei?
Premetto che voi avete un
sistema di welfare invidiabile per alcuni aspetti (almeno rispetto a quello da
dove provengo io) che però presenta dei problemi di “parassitismo”.
La risposta
elementare è: togliamo gli aiuti agli
immigrati! Se non trovano lavoro tornino a casa loro, che di parassiti non ne
vogliamo.
La risposta complessa,
dolorosa, ma forse più esatta è: se cerchi parassiti forse ne troverai di più
tra i tuoi concittadini inglesi che praticamente vivono una vita On Benefit, fanno figli per avere una
casa popolare e si trascinano tutta l’esistenza così; molti di meno tra gli
immigrati europei, specialmente da quelli del sud-ovest che vengono qui per uno
scopo: costruirsi un futuro.
Non è che mi sia
improvvisata esperta, è che ci sono varie ricerche, come questa del CReAM riportata in un articolo del Guardian: I migranti europei pagano molte più tasse di
quanto ricevano in benefits. Quelli provenienti dall’ovest e dal sud dell’Europa
in particolare, hanno un’istruzione più alta della media dei nativi, e l’UK
dovrebbe spendere miliardi in istruzione per arrivare allo stesso livello di
“capitale umano”.
È questa la
chiave, caro David, siamo capitale
(una parola che deve piacerti, lo so). Un problema, ma anche un’enorme risorsa,
se riesci a gestirla.
Ti porto la mia
esperienza, che certo non vale per tutti, solo per aiutarti a capire. Nel mio
paese lavoravo come un mulo senza guadagnare abbastanza per sopravvivere. Aiuti
statali? Lo stato sembrava mettercela tutta per affossarmi ulteriormente.
Sai
quali erano i miei Ammortizzatori Sociali, i miei Benefit?
La famiglia, che mi
ha dato un tetto sulla testa finché ha potuto e dopo c’è sempre stata in caso
di bisogno; la suocera che si presentava con la spesa fatta per me; il vicino
che mi regalava il pesce fresco; gli amici che mi riparavano gratis il
computer; quelli che: non ti preoccupare
per i soldi, ci penso io.
Il mio welfare, l’unico che funzioni veramente in
Italia, era il tessuto affettivo in cui ero nata e che mi ero costruita, le
relazioni profonde di mutuo soccorso, i legami veri grazie ai quali non mi sono
mai sentita sola… Credi davvero che avrei lasciato tutto questo per sopravvivere
di sussidi?
Quello che io cercavo venendo qui era progettare un futuro
impossibile in Italia. Non i benefit.
Quando sono arrivata qui,
dei sussidi non sapevo niente. Cercando un corso gratuito d’inglese ho scoperto
che potevo farlo solo se ero “On Benefit”. È così che sono entrata nel Jobseeker Allowance, il sistema che per
qualche mese mi ha consentito di fare la spesa senza affanno mentre cercavo
lavoro, frequentare il corso e perfino prendere gli occhiali per vedere alla
lavagna.
Caro David, io ti sono
molto grata per questi mesi, ma ti dico che non sono stati facili, ho provato
molto disagio.
Perché a me sembrava di chiedere la carità.
Gli incontri al Job
Centre erano una piccola tortura, non riuscire a portare buone notizie alla mia
advisor era frustrante, mi sentivo giudicata, inadeguata, ero costretta a seguire
procedure rigide e a volte assurde.
Certo non sono mancate le belle sorprese: quando ottenni la prima interview mi fu indicato
un negozio dove acquistare (a spese dello stato!) un abito formale adatto. Volevo
piangere credimi, volevo abbracciare l’advisor come fosse stata mammà.
Appena trovato il primo lavoro come cleaner
salutai e ringraziai tutti.
Ti sono infinitamente grata ma spero di non dover
mai più rimettere piede in un Job Centre.
Ora sono una self-employed molto fiera di aver fatto
la mia prima dichiarazione dei redditi, pago il mio bel contributo mensile al
tuo welfare, insomma, stai tranquillo, quei mesi sono stati ben spesi.
Il mio
compagno lavora, da due anni, il suo capo è felice di aver trovato uno con il
suo spirito d’iniziativa e le sue qualità.
Anche dalla sua busta paga c’è una
trattenuta per il welfare, il ché va benissimo, ma se dovesse perdere il lavoro
per qualche motivo prima di quattro anni? E se non riuscisse a trovare niente
velocemente?
Pensa se fossimo costretti ad andar via. Allora sì che
l’investimento che tu hai fatto su di me, e che io ho fatto su di te, portando i
miei pochi risparmi qui, sarebbe stato inutile.
Secondo me togliere i
benefit non scoraggerà gli italiani che vogliono partire, perché non mirano a
quello. Se volessero arrangiarsi starebbero ancora a casa di mammà.
Devi
trovare altre strade che colpiscano i nostri punti deboli senza sembrare contro
l’immigrazione. Inventati nuove leggi sulla quiete pubblica che puniscano con l’arresto
o il rimpatrio chiunque applauda all’atterraggio dell’aereo su suolo
britannico. Oppure metti un limite di decibel al volume della voce nei luoghi
pubblici, multe a chi lo supera e dopo tre volte espulsione.
Vedrai quanti italiani
eliminati!
Ma, seriamente: vuoi
davvero che sgombriamo? Cioè, davvero non ti serviamo?
Il quotidiano economico International Business Times dice che tu vuoi un’economia più forte ma non
puoi averla senza immigrati, e secondo
lui tu lo sai perfettamente.
Dice che l’immigrazione è il mezzo più
semplice e a buon mercato per far crescere la tua economia. Perché il tasso di
natalità è basso e la popolazione nativa sta invecchiando.
Perché gli immigrati
sono in genere adulti che arrivano istruiti, qualificati e pronti a lavorare,
così non devi investire in istruzione e formazione.
Sono una sorta di “pacchetto
completo” che ti si presenta alla porta, pronto a riempire le molte lacune di
tua competenza (come il buco nell’NHS), dar vita a nuove imprese e creare - non
prendere - posti di lavoro.
Allora stavi scherzando?
Dai, a me puoi dirlo, è un diversivo pre-elettorale?
So che il flusso
incontrollato è pericoloso, so che ti può arrivare di tutto, mele marce
comprese, e quelle vanno fermate.
Ma ci
dev’essere una strada migliore per tutti.
Per esempio diminuire la “zona
grigia”, il tempo di ambientamento , in cui l’immigrato ancora non si è
integrato.
I soldi che vuoi risparmiare in benefit, investili nel potenziare il
sistema di advisor del fantastico National Career Service, che mette in condizioni uno straniero di comprendere da vicino le
regole e il mercato del lavoro, di compilare un buon CV, di capire quale strada
scegliere.
Aumenta i corsi d’inglese, perché lo so che uno dovrebbe impararlo
prima, ma la maggiore difficoltà di integrazione parte dalla comunicazione. Io lo so, ci
sono passata...
Te lo dico col cuore, se
questo paese non fosse più un’ “Open
Country”, come una volta hai detto, sarebbe un peccato.
Yours sincerely,
Monica
*Portoghesi, Italiani, Greci e Spagnoli; simpatico acronimo coniato
dal quotidiano Sun
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Rap di CassetteBoy creato dai discorsi di Cameron, Farage & Co, geniale...
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