Signore di mezza età
appollaiato su uno sgabello che arringhi la folla sotto uno strano sole
domenicale allo Speakers’ Corner di Hide Park, io vorrei pure applaudirti
ma afferro solo alcune parole: soldi investiti,
armamenti, guerra in Afghanistan… non capisco il senso intero del discorso,
non so da che parte stai e che argomenti porti.
Resto qui affascinata dalla tua
convinzione (e soprattutto dal tuo gesticolare).
Mi allontano, assisto ad altri
comizi: un poliziotto nero, travestito da Hitler, sta
protestando perchè nel corpo di polizia esistono discriminazioni razziali e
mostra alcuni documenti a prova della sua teoria, più in là qualcuno parla di
unire tutte le religioni in una sola, alcuni Jamaicani stanno ballando e
bevendo, non capisco se è una performance o una cosa improvvisata, proseguo la
mia passeggiata tra drappelli e discorsi spezzettati, ritorno dopo qualche ora.
Stai ancora parlando. Finalmente applaudo, se
non altro, alla tua perseveranza.
Questa cosa dello Speakers’ Corner l’avevo studiata alle
scuole medie, mi piaceva l’idea che chiunque, volendo, poteva togliersi la
soddisfazione di tenere un comizio, dire la sua, protestare. Certo, ora ci sono
i social network, le piazze virtuali, dove è permesso dire (quasi) tutto su
qualsiasi cosa (spesso a scapito di pudore e buon senso), ma il fascino del
discorso brutalmente dal vivo, senza filtri, senza fogli, con la gente che ti
sta a pochi passi è un’altra cosa…
E poi c’è la questione dell’opinione dell’uomo comune che mi
intriga molto.
Ho la sensazione che qui,
per tradizione, essa abbia una qualche importanza, un’importanza di una qualità
diversa da sondaggi, gusti del consumatore, statistiche che servono essenzialmente
a chi gestisce affari e potere a guidare meglio le cosiddette masse.
Cerco di mettere meglio a
fuoco con un esempio:
Mi arrivano continuamente
lettere a casa. Soprattutto dalle “istituzioni”:
Un giorno la Polizia mi
scrive che è venuta a conoscenza di comportamenti anti sociali nella mia zona e
mi prega di segnalarne se ne vedo, mi dice di essere a disposizione e di non esitare a rivolgermi a loro per qualsiasi cosa.
Una lettera mi avverte che
tra 20 giorni verranno eseguiti dei lavori di miglioramento due strade dopo la
mia, avverranno di notte nei seguenti orari… mi pregano di segnalare eventuali
fastidi.
Un’alta volta: “Abbiamo
in programma di ampliare e migliorare il parco, faremo una riunione il giorno
tot, vi preghiamo di partecipare e darci suggerimenti su cosa vorreste vedere
realizzato”.
Nella strada adiacente
alla mia sono stati richiesti permessi per dei lavori di ampliamento in un
condominio, mi chiedono se ho qualcosa in contrario. (Qualcosa in contrario? Ma
chi? Dove? Non so neanche di che parlate…)
Sul giornale di quartiere
che mi arriva gratis ogni due settimane, trovo la notizia dei cambiamenti alle
regole di parcheggio, con il report dei sondaggi fatti mesi prima tra gli
abitanti, il numero di favorevoli, contrari e astenuti.
Ogni iniziativa, ogni
proposta di cambiamento nella città o nella comunità, viene divulgata, e le
persone comuni vengono sollecitate a dire la loro. E’ tutto un “Get involved!”,
“La tua opinione conta!”, “Hai idee? Suggerimenti? Reclami?” Dai musei ai
supermercati, chiunque vuole sapere che ne penso.
Nei colloqui di
lavoro chiedevano a me, la candidata, di elencare tre punti di forza,
tre punti deboli e tre possibili miglioramenti dell’azienda(l’ho raccontato qui).
A volte dico: Ragazzi ma
datevi una calmata! Non lo so cosa penso, sono frastornata, confusa da tutta questa "vicinanza"!
Cercate di capire che vengo da una realtà dove l'istituzione non crea nessun contatto con me, se non per problemi o pagamenti. Da dove vengo io essa è un'entità astratta, lontana e soprattutto muta, e nei casi in cui sono io a voler comunicare, spesso trovo percorsi a ostacoli o muri di silenzio. Nella realtà da cui provengo i cambiamenti, quando avvengono, li scopro a cose fatte
perché sono decisi al di sopra e al di là di me.
Qui la mia voce sembra avere un peso e non mi pare vero.
Qui la mia voce sembra avere un peso e non mi pare vero.
Saranno operazioni di
facciata? Sarà autentico coinvolgimento?
Riaffiorano alla memoria
parole quasi dimenticate:
LIBERTA’, PARTECIPAZIONE,
ESERCIZIO DELLA DEMOCRAZIA…
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