L'Orlando Furioso |
Capita a volte di doversene andare perché qualche editore importante si accorga di te. Ovviamente non è una legge, ma a volte capita…
Per il prossimo anno
scolastico uscirà in Italia un’antologia per le scuole medie della Mondadori
Education dal titolo “Leggo perché…”di cui io ho curato un’ottantina di
illustrazioni del volume di Letteratura. Per quale misterioso intreccio di
circostanze siano arrivati a me, senza conoscermi personalmente e in un momento
in cui non ero presente né fisicamente, né con pubblicazioni nuove sulla scena
editoriale italiana, non lo sapremo mai. So solo che un giorno mi è arrivata
una mail e che appena ho letto MONDADORI ho fatto un salto sulla sedia.
E’
così che mi sono tuffata nell’editoria scolastica. La parola tuffata non è
scelta a caso. La scolastica ha dei ritmi che per un illustratore abituato al
picturebook sono da infarto. In questo caso consegne di circa 10 tavole alla
settimana. D’accordo, le illustrazioni erano piuttosto piccole ma insomma, dieci
tavole...
Iacopo da Lentini. "L’amor è uno desìo che ven da core". |
A
volte avevo a disposizione delle striscioline di pochi centimetri, o degli
spazi a forma di L, U un paio di volte Z (!), ho realizzato i disegni al doppio
della grandezza, altrimenti non riuscivo a fare i particolari, e poi
rimpicciolivo in fase di “montaggio”.
Cecco Angiolieri. " Becchin' amor! Che vuo' falso tradito!" |
Poi
c’era il fattore suspense: sapevo solo che si trattava della letteratura dal
medioevo ai giorni nostri, ma i testi mi arrivavano di settimana in settimana. Aprivo
la mail e… toh, questa settimana roba semplice, Dante, Petrarca e Boccaccio!
Il Cantico delle creature |
E’ stato come tornare ai
tempi della scuola, comprese le preferenze o le antipatie per qualche autore,
senza l’ansia da interrogazione. Solo qualche nottatina per consegnare.
Conclusione: positiva. Anche perchè nella vita quante altre occasioni avrò di
illustrare la Divina Commedia, L’Orlando furioso, i Promessi sposi?
Questa è una selezione delle
tavole. Non tutte e ottanta, state tranquilli!
Marco Polo. Il Milione |
Da
ragazzina mi innamorai follemente del protagonista dello sceneggiato televisivo
di Giuliano Montaldo. Questa è una parte della cittadella del Gran Khan.
Dante Alighieri.
La Divina Commedia.
La Selva Oscuuuuura! (prego evitare tutti i
paragoni con gli altri illustratori. Per pietà…)
Caronte.
Il mio
versetto preferito: “Caron, non ti crucciare, vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole e più non dimandare…” e sta un po’ zitto!
Manfredi.
Confesso che Manfredi non me lo ricordavo. Era un re svevo, figlio illegittimo di Federico II.
Il povero disgraziato si pentì in punto di morte ma fu scomunicato lo stesso e le sue ossa gettate nei campi.
Siccome era descritto come “biondo, e bello, e di gentile aspetto” ho pensato bene di omaggiare il mio compagno con un ritratto (togliendogli giusto quei trenta chili di dosso…), veramente regale!
Paolo
e Francesca, la grande ingiustizia ai miei occhi di adolescente. “Amor, ch’a
nullo amato amar perdona”, Dante, questa non te l’ho mai perdonata. Approfitto
per dirtelo ora. NON dovevi collocarli all’inferno, potevi trovare un
escamotage, eri tu l’autore, che diavolo! E non credere di cavartela perchè svieni a fine canto e
cadi come corpo morto cade!
Francesco Petrarca, il tormentato.
Tutta la vita a oscillare tra l’amore per Laura e il senso di colpa per l’abito
talare che portava. Dev’essere stato meraviglioso…
L'Orlando Furioso. palazzo di Atlante |
Il Palazzo del Mago Atlante: ori, sete
e strani ornamenti. Orlando ormai è fuori di testa, crede di aver
visto Angelica e la insegue dovunque:
“Di su di giù va il conte Orlando e riede;/né per
questo può far gli occhi mai lieti/che riveggiano Angelica, o quel ladro/che
n’ha portato il bel viso leggiadro.” Orlando Furioso: rileggere!
Parini. Il Risveglio del Giovin Signore.
Ode alla giornata inutile di un giovane nobile del
700. Satira efficacissima del modo di vivere dei nobili-parassiti, mi ricorda
tanto i quadri di Hogart. “e de’ labbri formando un picciol arco,/dolce a
vedersi, tacito sbadiglia”
Ugo Foscolo. Alla Sera.
“Forse perché della fatal quiete/tu sei
l’immago,/a me sì cara vieni,/o Sera!...” La Morte, signori, non c’è da
sbagliarsi. E io, che per ispirarmi ero partita dai quadri di Friedrich, con questa Morte all finestra,sono quasi finita in Dylan Dog…ecco i rischi di vivere nella cultura di massa.
Giacomo Leopardi. A Silvia.
L’apice dell’allegria.
La povera ragazza
passava le giornate cantando e tessendo, immaginando un futuro felice e invece:
“O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor?
perché di tanto inganni i figli tuoi?
Tu
pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi,
o tenerella.”
Ma magari nel suo futuro ci sarebbe stato un marito ubriacone,
dodici figli ed un lavoro usurante… chi può dire se la natura è stata veramente
maligna?
Alessandro Manzoni. I Promessi Sposi.
Ho scavato nei vecchi sceneggiati televisivi, per l’incontro con i Bravi mi sono permessa di
citare Alberto Sordi, un fantastico Don Abbondio ."– Cioè… – rispose, con voce tremolante, don
Abbondio: – cioè. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno
queste faccende. Il povero curato non c’entra..."
“Per amor del cielo, per quel Dio, al cui cospetto
dobbiam tutti comparire … – e, così dicendo, aveva preso tra le dita, e metteva
davanti agli occhi del suo accigliato ascoltatore il teschietto di legno
attaccato alla sua corona…” Questo è il bellissimo dialogo che culmina con la profezia:
“Verrà un giorno…” , che puntualmente si compie. Don Rodrigo morirà di peste,
solo e abbandonato. Tiè!
Giovanni Verga.
Rosso malpelo.
Niente lieto fine qui.
Una storia amara.
In questa
scena il ragazzino misura le scarpe del padre morto in miniera.
La stessa fine
che toccherà a lui.
Luigi Pirandello. Il fu Mattia Pascal.
Il protagonista pensa di sfruttare la falsa notizia
della sua morte per rifarsi una vita altrove, ma scopre che senza documenti non
“esiste” più. La scena descrive il suo ritorno in paese dopo due anni. “Ah, che
vuol dir morire! Nessuno,nessuno si ricordava più di me, come se non fossi mai
esistito… Due volte percorsi da un capo all’altro il paese, senza che nessuno
mi fermasse.”
Nagib Mahfuz. Il Paradiso dei bambini |
Dialogo serrato tra padre e figlia sulla
religione. Adoro i bambini quando ci mettono in imbarazzo! “Moriamo quando lo
vuole Iddio. – E perché Dio vuole che moriamo? – Egli è libero di fare ciò che
vuole. – La morte è bella? – Oh no, tesoro. – E perché Dio vuole una cosa
brutta? – È bella quando è lui a volerla.– Ma tu hai detto che è brutta.– Mi
sono sbagliato, amore.”
Abbiamo finito! Una pacca sulla spalla a chi è arrivato fin qui! Il libro non è ancora in vendita, per ora lo trovate qui