mercoledì 26 marzo 2014

Curriculum Vitae inglese. Tutta un’altra storia.

Immagine CV Inglese Monica Auriemma
Devo preparare il  Curriculum: che sarà mai? Cerco di tradurre il mio CV italiano o quello Europass. 
SBA-GLIA-TO. 
Prendi il tuo vecchio CV e buttalo via, non serve a niente. Giuro. Ho studiato seriamente la cosa.

Nel mio primo incontro con un consulente del  NATIONAL CAREER SERVICE  (o NCS, istituzione utilissima che fornisce informazioni su lavoro, carriere, CV, appunto, consiglio di visitare il loro sito) ho ricevuto un preziosissimo plico di fotocopie intitolato: How to write a winning CV. La parola d’ordine sulla prima pagina era: “Sell yourself!” Venditi! Che a me sembra quasi un insulto.  Già, gli inglesi devono distinguersi pure in questo, non bastano le once, le miglia e la guida a sinistra… qui non vogliono sapere cosa hai fatto e dove hai lavorato, troppo semplice, prima vogliono che tu decanti le tue lodi nella maniera più convincente possibile. Immediatamente dopo i propri dati (nome, numeri di telefono ecc…) bisogna inserire il cosiddetto PERSONAL STATEMENT o PROFILE, una presentazione di te stesso, meglio in terza persona, come se stessi vendendo il prodotto migliore che hai. Un magnifico pezzo da collezione.

E io non sono abituata, da brava italiana mantengo una certa modestia e distacco se devo scrivere di me. Invece qua devo usare degli aggettivi. Esaltare le mie doti. Andare contro la mia natura e la mia cultura di provenienza.  Dopo molti ripensamenti (e una decina di CV cambiati) ho dovuto scrivere: A talented Artist Illustrator with a strong background in classic 2d drawing, painting, and ability to use graphics software. (a Napoli seguirebbe pernacchia, a Londra pare di no). Bastano tre o quattro righe di questa autocelebrazione, che possibilmente (ma non necessariamente) si concludano con quello che stai cercando, qualcosa tipo: Seeking a job where I can use my skills, o Interested in a… Position, Searching for a part-time role… cose di questo genere.

Bene, la prima parte è fatta. Arriva un altro scoglio: elencare le skills, le tue abilità. Nelle mie fotocopie la pagina comincia con “YOU DO HAVE SKILLS!” Tesoro, devi pure avere delle abilità, su, spremiti le meningi e tirale fuori! Qui non si tratta solo di software, processi o tecniche che puoi aver imparato ad usare, si tratta anche di doti umane, organizzative, relazionali, creative, che puoi aver sviluppato anche al di fuori del lavoro, o in altri tipi di lavoro, (le chiamano transferable skills, perché te le puoi giocare come jolly)  non ti scoraggiare e mettiti in cerca! Un metodo per trovare le skills è spulciare tutti gli annunci di lavoro dei campi che ti interessano, spesso le aziende dicono: if you are automotivated, willing to learn, good team worker… ecco, cerca di capire di che si tratta, vedi se hai una di queste skills e buttala nel tuo elenco.
Ovviamente trovare le mie skills nel campo dell’illustrazione è stato relativamente facile, ma quando si legge un mio CV per lavori part-time (devo pur assicurarmi la sopravvivenza mentre avvio la mia sfolgorante carriera da illustrator…), si sente ancora lo stridio delle unghie che si arrampicano sugli specchi mentre compilavo l’elenco. Ho un Good team worker – have a cheerful  and friendly personality (oh, cercavano un tipo amichevole e allegro e io lo sono…) un Punctual, Reable, Flexible…  roba così.

Il fatto è che questo esercizio serve, principalmente a te. Scopri che alcune qualità che tu consideri minime e neanche menzionabili, tipo che sei una persona puntuale, possono essere spese per la tua candidatura, non parti da zero, non puoi dire: non so fare niente. Una specie di corso di autostima!

Seguono le tue esperienze di lavoro, sempre in elenco, con tanto di mansioni ricoperte, compiti svolti, possibilmente risultati ottenuti (dipende dal tipo di carriera). Poi gli studi.  A seguire i tuoi interessi, hobby, esperienze che hai fatto, premi ricevuti, volontariato (non dimenticare il volontariato! Qui è veramente importante, meriterebbe un post a sé…).

Infine le References. Di solito la formula è: Available on request. Spetterà all’azienda chiederti i dettagli nell’interview. Il problema è che probabilmente te li chiederà davvero! Spesso le aziende interessate ad assumerti vogliono comunicare con un paio di datori di lavoro precedenti, o con i professori, se sei appena uscito dalla scuola. Quindi se possibile chiedi ai tuoi ex datori di lavoro, molto meglio se in UK, di permetterti di dare un contatto ai possibili nuovi employers. Come dici? Te ne sei andato dall’ultimo lavoro con un bel vaf@@@@ e ti sei portato via la cancelleria? Oh, questo è molto poco british, probabilmente ti sei giocato la referenza… Il tuo ultimo datore di lavoro parla solo dialetto marcianisano stretto? Spera che gli mandino solo una mail e forniscigli tu le risposte.

Bene. Abbiamo finito. Il tutto deve stare entro le due pagine. Tassativo. 
In genere gli addetti leggono solo la prima parte della prima pagina, se non li colpisci lì, passano oltre. Se vedono tre pagine si sentono male, garantito. 
Ma il mio CV è molto più lungo!!! Amico, abbandonati alla disperazione per un po’ ma poi diversifica i CV a seconda delle posizioni che cerchi eliminando il superfluo, fai un’operazione di scrematura, sintesi, formattazione del testo, tabulazioni, scegli un carattere più piccolo, che ne so, inventati qualcosa, ma ti prego, stai nelle due pagine. Non vorrai far piangere un inglese vero?


P.S. Informazione di servizio: si forniscono a richiesta le fotocopie dettagliate NCS (parecchio scribacchiate a matita da me ma ancora in buono stato) in cambio di piccola spedizione a scelta di mortadella, parmigiano, mozzarella di bufala etc. offerta libera. =D =D =D

2 commenti:

  1. Nel mio lavoro mi trovo ad esaminare moltissimi CV. Certo esamino persone che mi faranno da consulenti e non persone da assumere e quindi sono molto più attenta al loro know-how tecnico che alle loro propensioni personali, però mai immaginerei di ribaltare la prospettiva, facendo attenzione anche ad aspetti quali il volontariato!
    Forse, durante un colloquio per assunzione, ci sta che tu chieda ad una persona i suoi interessi al di fuori del lavoro, i suoi hobby, ma per la nostra cultura sono veramente un di più.
    E' chiaro che, confrontarsi con un'altra cultura può anche significare ribaltare le prospettive... ma una seduta di autoanalisi per compilare un CV non l'avevo mai immaginata :D
    E poi, una volta che ho tirato fuori tutta me stessa, che faccio, taglio? Argh...
    Certo anche questa diffusione di conoscenze può trasformarsi in un lavoro pagato... in natura ;)

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