Mi manchi molto sai,
mi
mancano le bollette gonfiate da imposte e contributi, mi manca il tuo
linguaggio oscuro, le scritte piccole piccole in fondo ai documenti, le file
agli uffici, le giornate di lavoro perse.
Mi manca l’Iva, la ritenuta
d’acconto e soprattutto le marche da
bollo.
Mi manca l’acconto Irpef su presunti futuri guadagni, e
quelle inconfondibili buste con una scritta bianca su campo azzurro: CARTELLA DI
PAGAMENTO.
Quanta nostalgia del
furto d’identità che mi ha fatto trascorrere in allegria un paio d’anni tra
denunce e plichi di fotocopie, da te a me, da me all’avvocato e dall’avvocato a
te (tutte in bollo, s’intende…)
Dove vivo ora è tutto
tristemente normale…
Qui non conoscono la sofferenza necessaria al
raggiungimento dello scopo, gli inglesi non sanno che quelli che credono i propri “diritti”
sono in realtà benevole elargizioni dall’alto, incerte, come la grazia di una divinità. Tu me lo hai insegnato: la
grazia richiede preghiera, sacrificio, dedizione (e qualche volta una
mazzetta), non puoi ottenerla senza sforzo.
Che valore daranno queste persone a
cose come pagamenti, assunzione di personale, avvio di un’attività in proprio,
certificati, rimborsi, se la loro realizzazione non viene continuamente
ostacolata, dilazionata, allontanata nel tempo? Come faranno ad apprezzarle
davvero?
Ti racconto una cosa scandalosa:
dopo la mia prima dichiarazione dei redditi in UK avevo diritto ad un rimborso
e… mi è arrivato! Dopo 10 giorni
dalla domanda! E direttamente sul mio conto!
Eh, sì, la tua collega Britannica se la sbriga con un click. Che stolta! Non
capisce che così si perde tutta la suspense (arriveranno? non arriveranno?), non
ha imparato niente dell’animo umano: Se tu fai passare almeno un paio d’anni (come
minimo), il destinatario non conterà più su quel danaro, così quando finalmente
arriverà sarà una sorpresa! Una festa!
Ricordo i bei tempi in
cui mi rendevi tutto più difficile e prezioso.
Mica mandavi i soldi sul conto?
Tu volevi che li toccassi con mano, volevi che io assaporassi la concretezza di
quel dono, che mi prendessi una giornata di festa, e così mi mandavi una
letterina a casa che mi intimava di recarmi (io, solo io, personalmente io) a
fare una bella fila in un ufficio postale, entro e non oltre una certa data,
per vergare di mio pugno la quietanza, e se io non ci fossi riuscita per
qualche motivo, te li saresti ripresi! Così non avrei mai potuto dimenticare il
regalo che mi facevi restituendomi i MIEI soldi.
Negli ultimi tempi devi
aver capito che sentivo la tua mancanza, e così mi hai fatto una sorpresa: ora
che ho la residenza inglese, quei pochi italiani rimasti che vorrebbero pagarmi
non lo fanno, perché tu gli hai detto di non fidarsi. Gli hai detto di non
credere che io pago le tasse in UK.
Non basta un’autocertificazione,
l’iscrizione all’AIRE, il certificato di residenza, l’UTR, troppo facile!
Quella
scema di BB (Burocrazia Britannica) ha un form online che mi permette gratuitamente in una ventina di giorni
di ottenere un certificato di residenza
fiscale, ma lei è stupida si sa, non sa che tu lo fai per il mio bene.
Perciò hai suggerito in un orecchio a qualcuno dei miei editori di non fidarsi
nemmeno di questo!
Ed ecco documenti da compilare a mano in bella calligrafia e
spedire in giro per l’Europa, magari sigillati con la ceralacca, per stare ancora
molti, molti mesi a pensare l’una all’altra.
Ed io ti penso sai, non
hai idea di quanto ti penso!
Ti dedico un antico
auspicio: Puozze passa’ nu guaio,
che in lingua celtica vuol dire “che tu
possa attraversare la sofferenza e purificarti.”
Sinceramente tua
Monica
Mok, sei fantastica.
RispondiEliminaMa grazie mille! =)
EliminaMi associo al tuo invito alla BI di attraversare tanta sofferenza perché la purificazione sia effettivamente grande! Spero che, al più presto, si concluda il viaggio catartico della tua documentazione britannica verso lidi italiani ed inizi il viaggio definitivo di soldini italiani verso c/c britannici di tua proprietà :D <3
RispondiEliminaE mai auspicio fu più gradito! =) =) =)
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