Shang Dynasty-Wordsmith-family-detail-monicauriemma |
Avviso a tutti gli
illustratori: Il passaggio dall'editoria italiana a quella inglese può essere
un trauma, soprattutto se devi lavorare per la scolastica (e non sei abituato,
come me).
Prendo ad esempio uno dei
miei primi lavori inglesi: due illustrazioni riguardanti la Dinastia Shang per un
e-book dal titolo: “Wordsmith”, PearsonEducation.
Il primo grosso problema
è il Brief (o LA Brief, come dico io, tanto in inglese è uguale…), cioè la
descrizione del lavoro, che è una contraddizione in termini perché Brief viene
da BREVE, e in molti casi è più lunga del testo del libro in questione.
Io vengo da un mondo in
cui ti viene dato il testo, le misure, e al massimo un in bocca al lupo
(lasciandoti a volte in balìa di dubbi amletici sull’interpretazione) e mi
ritrovo qui dove ti dicono che tipo di paesaggio vogliono, gli oggetti, gli
animali ,quanto è verde l’erba, chi c’è, di che età, razza ed estrazione
sociale, cosa sta facendo, come è vestito e magari dov’era stato il giorno
prima e come si chiama il suo cane… è spiazzante!
Tanta precisione nelle
richieste ti obbliga ad un’accurata ricerca e documentazione visiva, ma, in
questo caso, hai beccato la Dinastia Shang (1600-1000 a.C.), così antica che le
immagini sono pochissime e così “sfigata” che nessuno si è degnato di farci un
film, che so, pugnali volanti, tigri e dragoni, quella roba lì.
Passi le ore a interrogarti
sulla forma dei cesti di vimini di 3000 anni or sono, e non è piacevole.
Comunque, immergersi in
un altro luogo e in un altro tempo è sempre un’avventura straordinaria per me,
è quasi la parte più bella del lavoro, sei travolta da stimoli visivi,
informazioni, e più cerchi e più trovi, anche se in questo caso i problemi
legati al poco tempo a disposizione e al fatto che molti dei miei libri di
riferimento fossero ancora in Italia, mi hanno fatto perdere un po’ la bussola.
Ecco il prodotto delle
mie fatiche:
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La prima tavola doveva
imitare una pittura cinese antica, con un nucleo familiare in un interno, genitori,
nonni, zii e pargoli di varie età, in una precisa posizione gerarchica, lasciando
alcuni spazi per il testo, dentro una cornice di bronzo stile Shang.
Per capire alcuni
passaggi del Brief ero costretta ad affidarmi a Google Traduttore che non solo
si ostina ad ignorare il genitivo sassone, ma, ormai ne sono certa, fa uso
massiccio di droghe: “a narrow-cuffed tunic” viene tradotto come “una stretta
ammanettato tunica” e “long hair should
be wearing it up in buns” è tradotto come “capelli lunghi dovrebbero essere lo
indossa in panini”.
Ma come vestivano strano questi cinesi, tuniche con le manette e panini sulla testa?
(le manette in realtà sono risvolti o polsini e i panini sono shignon, ma mi ci
è voluto un po’ per capirlo…)
Imitare la pittura
cinese, è una parola! E’ un meraviglioso universo parallelo: dimentica la
prospettiva come la conosci, la tridimensionalità e il chiaroscuro, lavora di
sintesi, di decorazioni, non mettere le ombre…
ci sono riuscita solo in piccola parte, cercando volti, pose, acconciature,
ho preso qualche scivolone, il risultato è un evidente compromesso, ma,
insomma, non è malvagio.
I clienti si sono detti
soddisfatti: “the frame really looks like it's made of bronze!”.
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La cornice è in realtà la
somma di un disegno a matita che imita una decorazione Shang (l’unica cosa che
non manca alla documentazione del periodo sono i vasi in bronzo, vasi, vasi,
tanti vasi…), una texture fatta a tempera acrilica su vecchia tavoletta di
legno, qualche ombreggiatura e il mio genio creativo, of course… ;-)
La seconda tavola è una
scena di campagna, che mostra coltivatori di miglio al lavoro, padre e figlio,
con cani, pecore, un aratro in pietra tirato da buoi, una capanna e in primo
piano un baco da seta, il tutto condito da un testo piuttosto fitto.
Shang Dynasty-Wordsmith-farm-scene-monicauriemma |
Ecco le domande che ti
assalgono: che forma avranno le scarpe di paglia di un contadino Shang? E
l’aratro di pietra tirato da buoi sarà accompagnato da uno o più uomini?
Com’erano le capanne 3000 anni fa? E le pecore cinesi? Siamo sicuri che fossero
come quelle che conosciamo noi? (Non lo sapevate? Sapevatelo!)
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Per gli
abiti il Brief mi chiedeva: “loose cotton shirts (made from cotton) and
trousers made from hemp with shoes made from straw”. E mi raccomando, le bluse in cotone, i pantaloni
in canapa e le scarpe in paglia, che se mi accorgo che hai fatto le bluse in
canapa e i pantaloni in cotone sono guai!
Ragazzi, forse non sapete
con chi avete a che fare: fin da quando lavoravo in teatro avevo l’abitudine di
salvare dalla distruzione piccoli scampoli di stoffa di ogni tipo, tutti
scannerizzati e finiti in archivio.
Voi volete la canapa? E Monica vi da la
canapa. Voi volete il cotone? E Monica vi da il cotone!
Comunque è andata, dopo
un paio di discussioni via mail sulla lunghezza dei capelli del ragazzo, ce
l’abbiamo fatta, tutti contenti, illustratrice stremata ma appagata e perfino
pagata.
P.s. Altro consiglio per
gli illustratori italiani:
non vi azzardate a nominare i files con dei titoli
fatti di parole comprensibili, tipo “Farmer Scene” o “Family Scene”, come
stupidamente avevo fatto io.
Qua è tutto regolato e codificato, le
illustrazioni sono centinaia, da vari illustratori, e bisogna avere un codice
di identificazione (e poi gli inglesi se non usano abbreviazioni si sentono
male…) perciò le mie tavole si intitolano, molto poeticamente: R3_Yr4Shang_S6 e
R3_Yr4Shang_S7
sei bravissima! apriresti un corso online per insegnare alle tonte come me) :=)
RispondiEliminaUn caro abbraccio
Grazie infinite Cristina, corso online? poi finisce che mi do delle arie da insegnante...ahaha!
EliminaDavvero belli! Bravissima come sempre.
RispondiElimina=) =) =)
EliminaAffascinato, dai rocamboleschi retroscena al meraviglioso prodotto finito. Applausi.
RispondiEliminaL'illustratrice commossa, ringrazia! =)
EliminaMi associo al commento di DOC, non saprei dire meglio. Cambio solo "affascinato" in "affascinata". E' un piacere leggerti e ammirare il tuo "prodotto finito"!
RispondiEliminaGrazie infinite, sono davvero lusingata!
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