Dopo il primo contratto-lampo, nell’agosto 2013 la
mia ricerca continua e approdo ad una nuova interview sempre come cleaner.
Agenzia
molto seria, la recruiter, russa (passo dai Colombiani ai Russi, sembra un film
di spionaggio…) cerca di mettermi a mio agio. Chiacchieriamo amabilmente di
tutto, come mi trovo a Londra, le mie passioni, l’illustrazione e poi arriva il
punto critico:
- Posso
chiederti perché tra tutti i part-time possibili hai scelto proprio la cleaner?
- Perché???
Perché sono mesi che faccio applications per tutto e nessuno mi si fila, non
trovo lavoro come illustratrice e il mio inglese fa schifo e non ho esperienza
di niente, ecco perché! - E’ la risposta che affiora alle mie labbra, ma forse
non è quella giusta… mi prendo qualche secondo per riflettere:
- Perché… come disegnatrice faccio un lavoro
sedentario ed ho bisogno di qualcosa che mi tenga in movimento… - Sorride. Ci
avrà creduto? Comunque è andata, si parte.
Si tratta di lavorare in condomini di lusso
pulendo le scale e le aree comuni (niente wc, sto facendo carriera?) turni e
luoghi stabiliti settimana per settimana, induction days pagati e accredito
ogni venerdì (evviva).
Via mail ricevo informazioni su luogo, compiti
assegnati, referenti. Organizzazione impeccabile. Per ora copro le vacanze
dei titolari, posso sperare in un contratto permanent per il futuro.
E’ richiesta:
- massima puntualità (il primo turno di due settimane è dalle 7 alle 13, alzarsi alle 5 non è proprio il massimo ma ce la posso fare)
- total black look (allegria!),
- no scarpe da ginnastica (odiose ballerine… mi
procureranno i primi sintomi di fascite plantare),
- massima cortesia con i condomini, comportamento
impeccabile (dai, non mi metterò le dita nel naso…)
Il primo edificio assegnatomi è un complesso
residenziale degli anni trenta, un po’ anonimo ma di lusso, composto da sei
scale, sei piani ciascuna.
Incontro la cleaner che devo sostituire, bella
donna, massa di capelli ricci, nera, giunonica, di quelle che potrebbero
mandarti a terra con una sberla, meglio tenersela buona…
Mi mostra i compiti e
il materiale, la parte più faticosa è trasportate i secchi con acqua e
detersivi da una scala all’altra, si
sale all’ultimo piano con l’ascensore e da lì si passa l’aspirapolvere piano
per piano (attacca la spina, fai una rampa, stacca la spina, pulisci il corrimano e l'ascensore, riattacca la
spina…), infine si pulisce l’ingresso, la parte più importante, con ascensore e
porte tutte in vetro e acciaio (oh, no…).
Mi mostra come pulire i vetri: dopo
aver passato il detergente con una spugna lunga provvista di manico, con gesto
sicuro ed una grazia che mi lascia a bocca aperta, fa scivolare il tergivetro
in gomma in un unico movimento curvo (come il segno ∞ ), che sale e scende esattamente
un attimo prima che goccioli il detersivo e lo tira via senza lasciare NESSUNA
traccia.
Rimango ipnotizzata da quella danza, altro che action-painting, qui
stiamo assistendo ad una performance di action-cleaning perfetta!
- Non ci
riuscirò mai - è il pensiero che mi scuote dall’incanto. Infatti nei giorni
successivi, per quanti sforzi faccia, le mie curve si bloccano, la gomma
stride, le gocce cadono, ahimè, dovrò arrendermi a tirare banalmente il tergivetro
in verticale, senza nessuna poesia.
Mi raccomanda di gestire le forze, non stancarmi e
prendermi delle pause se necessario. Musica per le mie orecchie, ma il
Supervisor cosa ne penserà?
Con mia gradita sorpresa, il Building Manager che
si occupa di supervisionarmi e riferisce all’agenzia, mi dice la stessa cosa:
-Take a rest! (che non vuol dire prendi il resto, ma prenditi una pausa) - ogni
tanto mi prende in giro: - Monica, stop! It’s CLEAN!- Alle 12,30 mi chiede che
ci faccio ancora lì – Ma... il mio turno finisce alle 13…- Ma vai a casa!
Garantisco io! -
Ma dove sono finita? Sono su "You've been framed"? Dai, è uno scherzo?
La giornata passa in fretta, io me la fatico tutta e approfitto anche per fare
pulizia in zone che si vede non vengono toccate da mesi, è un modo per ripagare
tanta gentilezza.
Torno a casa veramente stanca ma con un senso di
soddisfazione per un lavoro ben fatto (tenuto conto delle mie note abilità) e in
più, in totale autonomia, senza sorveglianti col fiato sul collo, in certi
momenti addirittura meditativo (mi vengono molte idee per nuovi disegni mentre
passo l’aspirapolvere).
Peccato che questo incarico durerà solo due settimane, continuo a ricordarlo come il migliore che mi sia capitato.
Per quanto riguarda il comportamento impeccabile,
devo dire che più di una volta i condomini hanno assistito alle mie numerose piroette
involontarie mentre tentavo di liberarmi dal filo dell’Hoover che
immancabilmente mi avvolgevo addosso, ammetto che non è stato il massimo
dell’eleganza, ma magari qualcuno di loro possedeva un circo e avrebbe potuto ingaggiarmi
come attrazione, nella vita non si può mai sapere…