© Monica Auriemma |
Caro Piccolo Editore,
ti scrivo perché il
ricordo di te mi è arrivato improvviso, come una mosca fastidiosa. Mi hai
mandato una mail l’anno scorso dopo che non ci sentivamo da quanto? 7,8 anni? La
nostra unica collaborazione risale a quando ti regalai una tavola per un’iniziativa
in favore di qualcuno o qualcosa, una di quelle cose interessanti che ti piace organizzare.
Senza nemmeno un: come
stai? (scusa, sarò vecchio stile, ma un minimo di buone maniere…) Mi hai
chiesto la disponibilità a fare una prova a colori per un albo illustrato,
allegandomi testo e misure, senza aggiungere altro. Ti ho scritto che non
potevo rispondere alla tua domanda se prima non avessi avuto delle informazioni
necessarie, e cioè: la prova era pagata? E se sì, quanto? Nel caso fosse
risultata positiva, che tipo di contratto mi aspettava?
Non so voi come la
pensate, ma se uno viene a chiedermi di fare una prova per un possibile lavoro,
probabilmente in competizione con altri, dovrà pur dirmi cosa mi promette in
cambio.
Mi hai risposto che la
prova era gratuita (ma va?) e che per un albo di 24 pagine più copertina era
previsto un anticipo sui diritti che, con una serie di calcoli elaborati sono
riuscita a quantificare intorno ai 250€ (ma
avrei potuto sperare di arrivare addirittura a circa 400€ se ci fosse stato un
boom di prenotazioni). “Il mercato non ci consente di più”.
Un affarone.
Con un
premio così goloso come avrei potuto rifiutare?
Ma, guarda, adesso che mi hai
aperto gli occhi su questo paradiso, corro subito a impiegare gratuitamente il
mio tempo, il mio talento, la mia esperienza, mi studio il testo, creo i
personaggi, elaboro lo stile adatto al racconto, e ti creo una bella tavola per
sbaragliare la concorrenza, così forse (e dico forse) sceglierai me ed io lavorerò
per più di un mese per avere la mia bella PUBBLICAZIONE (pagata 250€, ma posso
sempre sperare nel boom…)!
Caro Piccolo Editore, non
è tanto la miseria che mi proponi che mi stupisce, so che girano pochi soldi; è
il fatto che tu ritenga così straordinariamente appetibile che io pubblichi con
te a queste condizioni, da considerare normale che io accetti di mettermi in gara.
E’ il fatto che ti manchi un po’ di pudore, nel propormi l’improponibile.
Almeno
un poco.
Non sono venuta a cercarti io, mi hai cercata tu. Ma perché?
Hai
pescato un nome a caso nell'elenco degli Illustratori Sfigati? O hai visto come
lavoro? Ti interessa il mio stile? E allora perché dovrei fare una prova? O
meglio, perché dovrei farla visto che praticamente in cambio mi dai poco e
niente? Chi credi di essere? Pensi che il tuo solo nome sia di per sé così
attraente? Ho avuto a che fare con tanti editori, qualcuno mi ha imbrogliato,
non pagato, o è sparito all’estero. A volte ho lavorato per poco. Ma almeno,
quelli con cui ho accettato di continuare a pubblicare erano Editori con cui avevo un rapporto di amicizia, di reciproca comprensione delle difficoltà, e hanno avuto sempre l’umiltà di
dirmi: ci piacerebbe che il lavoro lo facessi tu (e quindi non ti mettiamo in
competizione, perché sappiamo come lavori), ma ci rendiamo conto che la cifra è
bassa, perciò capiremo se rifiuterai. Ecco, a volte basta poco, sai…
Caro Piccolo Editore, ho trascorso
il mio ultimo anno in Italia a lamentarmi in pubblico e in privato di quelli
che si comportano come te.
A volte penso che un po’ di coerenza, uno nella vita
la debba avere: per esempio, se mi lamento della corruzione come minimo non
dovrei farmi corrompere, se mi lamento della svalutazione del mio mestiere,
come minimo dovrei provare a non svalutarmi troppo, anche se sto con l’acqua
alla gola, in un paese straniero, e rischio di uscire fuori dal mercato.
Perciò
sappi che ho deciso di permettermi il lusso di non pubblicare albi, il grande
lusso di rifiutare offese alla mia dignità di lavoratrice nella speranza
(nell’illusione?) che qualcun altro alzi la testa per non far affondare
definitivamente un mestiere così bello come quello dell’illustratore. E non
parlo degli esordienti, quelli li capisco troppo bene, ma i professionisti che
pubblicano parecchio… se capissero che una loro scelta forse può cambiare le
cose, che non è tutto inutile, che non si deve per forza dire sì pur di
pubblicare… (ma in fondo chi sono io per giudicare le scelte altrui? È già
tanto se riesco a prendermi la responsabilità delle mie).
Ti ho risposto comunque che
questo è il mio mestiere e che ritengo impossibile lavorare professionalmente un
mese (o anche due) per guadagnare 250€, più pochi spiccioli un anno dopo.
Questa è la ragione principale per cui mi sono sradicata dal mio Paese, ho
lasciato i miei affetti e sono emigrata. Non ti ho scritto che pur di non
lavorare così, preferisco fare le pulizie, l’avresti creduta una battuta, non
avresti capito che è una scelta che ho realmente fatto.
Quindi ti ho fatto un
preventivo e ti ho detto che non credendo ci fossero margini di trattativa, ti
facevo il mio in bocca al lupo per tutto. Sapevo per certo (e te l’ho scritto),
che avresti trovato qualcuno disponibile.
Sono stata educata, no? Ovviamente
non mi hai risposto, com’è nel tuo stile.
E’ passato un anno. Tu
quel libro lo hai pubblicato, e vari altri, qualcuno con nomi dell’illustrazione
veramente importanti. Ma guarda!
Ora due sono le cose: o hai fatto loro la stessa proposta
che hai fatto a me (e spero proprio di no perché allora il nostro mestiere in
Italia è davvero finito); o in qualche modo “il mercato” ti ha permesso di spendere ben
altro.
Io invece continuo per la mia strada, lavoro come illustratrice qui in
UK, e anche se non posso dirmi affermata, ti assicuro che le cifre che mi hai
proposto sono fortunatamente solo un brutto ricordo.
Non credo che Piccolo Editore sia il titolo più appropriato.
Solo Piccolo potrebbe
bastare.
Un anno fa ti avrei detto: "F I N A L M E N T E !!!"... ora ti dico solo: B R A VA !
RispondiElimina<3
=) =) =)
Eliminaio dico: GRANDE MOK!
RispondiEliminae io dico: GRAZIE JACKIE!!! =)
EliminaSono fiera per te, sei una grande illustratrice, mi sono innamorata del tuo "la bottega dei sogni perduti" ...ritengo vergognoso questo modo di porsi verso il lavoro altrui...ancor di più verso gli artisti... che dovrebbere essere valutati oltre che per la professionalità , anche per la felicità che regalano al nostro cuore.... Conosco un po' l'ambiente degli artisti di strada ( sono appena stata a Mercatia a Certaldo ) e mi addolora e mi fa rabbia l'atteggiamento di prendere , godere di uno spettacolo e poi di non essere generosi verso chi fa con passione questo lavoro...sostenuto spesso con grandi sacrifici... Purtroppo le persone "piccole" non capiscono... perchè dovrebbero confrontarsi con la loro pochezza... meglio rimanere cierchi. Un agrande abbraccio pieno di stima.
RispondiEliminaGrazie infinite, davvero...=)
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