Inizio estate 2013, a otto mesi dal mio arrivo a Londra mi
ritrovavo a fare il punto della situazione.
Numero di agenzie d’illustrazione
contattate: più di cento.
Numero di risposte
positive:3.
Agenzia n°1: dopo un
incontro e un paio di mail entusiaste scomparsa senza lasciare traccia (ne ho
parlato qui);
Agenzia n°2: mi propone
di tenere le mie immagini in prova per sei mesi, ne sono passati 5 e non è
successo niente.
Agenzia n°3: uno degli
agenti accetta di incontrarmi e vedere il portfolio. Ci facciamo una lunga
chiacchierata in un caffè. Mi disegna lo schemino sul mercato editoriale UK che
vedete qui:
Il triangolo a sinistra
rappresenta i libri da 1,99£ in su, la fetta di minore qualità, chiamati Value,
i libri da colorare, ecc… al centro c’è la fetta di mercato chiamata Quality
Mass, e a destra i libri da 10.99 in su, i Gift Books, quelli un po’ più di
pregio.
Da quello che vede, il mio lavoro avrebbe una collocazione dov'è l’asterisco cerchiato, cioè tra la fine dei Quality Mass e l’inizio dei libri
pregiati.
Dico: - Ah, non male! - E lui: - Non dovresti essere mica contenta!
Questi sono i libri che si vendono poco o niente! Per guadagnare bene dovresti
essere al centro…- Mentre medito sulla possibilità che il mercato mi voglia a
tutti i costi postuma, lui mi dice che in ogni caso la loro agenzia tratta un
target di età più basso del mio (età del lettore, non età dell’illustratore,
che avete capito!) e quindi non potrebbero rappresentarmi in ogni caso.
Mi consolo strada facendo
con una busta di patatine, torno a casa e trovo nelle mail la risposta ad una
delle mie migliaia di applications per part-time di ogni genere; mi danno
appuntamento per un’ interview: Food & Beverage Associates,che suona benissimo e vuol dire
Barman/cameriera (no, di nuovo?).
Si tratta di un
importantissimo centro fitness,uno di quelli Luxury. Realizzo subito che non
potrò fare affidamento sul mio fisico da urlo per impressionare l’interviewer.
Sedute su costosi
divanetti, luci basse, arredamento ricercato, musica “thunz-thunz” in
sottofondo, cominciamo la chiacchierata.
Mentre la manager (italiana) mi spiega
(in inglese) che il cibo e le bevande che servono sono assolutamente healty, no
sugar and fat-free, io sorrido e trattengo impercettibilmente il respiro per tentare
di nascondere (invano) la mia dipendenza da carboidrati e grassi.
Mento spudoratamente
su quanto mi piacerebbe fare un lavoro a contatto col pubblico.
Mi guardo
intorno: sono in armonia con l’ambiente come uno sgabello dell’Ikea in un
salotto Rococò…
E anche quest’interview
finisce, breve e indolore. Non mi chiameranno e io lo so, l’ho capito nei primi
30 secondi.
Dopo il magico mondo del
fashion e quello del fitness mi chiedo in quale altro ambiente confortevole
potrei cercare lavoro. Potrei lavorare in una discoteca, occuparmi di alta
finanza, di armi, agente segreto?
In quel momento non so
che di lì a poco comincerò una breve, intensa, ma decisamente “brillante”
carriera.
Ve lo racconto nel prossimo post.