Maggio 2013.
Nota catena di negozi di
abbigliamento mi invitava ad un’Interview per un posto di Visual Merchandiser
(vetrinista) nel loro punto vendita centrale ad Oxford Street. L’unica mia
esperienza nel campo risale agli anni ’90 quando curavo l’allestimento di
negozi e stands di alcune marche di abbigliamento, non è proprio lo stesso
ruolo, ma, insomma, ci provo.
Ore 8,45: “Welcome to your assessment day as VM!” recita
un cartello, mi aspettavo un colloquio, una tortura a tempo limitato, invece qualcosa
mi dice che verrò sottoposta a prove di destrezza nelle quali ovviamente tendo
a fallire, come quei tre manichini dall’aria sinistra, con un cartello: “Style
me!”
Mi guardo intorno: tutte ragazze, molto giovani.
Tre inglesi, il resto straniere ma qui da più tempo di me, sei lavorano già per
questa company e lo si capisce da come si sentono a proprio agio (di male in
peggio…)
Il supervisor, la general manager, la super/iper
qualcosa e la …chennesò, si presentano brevemente con qualche battuta di
spirito e ci mostrano un video di quelli motivazionali, dove capisci quanto
sarà fantastico, gratificante e stupefacente lavorare per questa “grande
famiglia”, ma sì, commuoviamoci tutti, sarà bellissimo essere insieme! Un
bell’applauso!
La general manager, sul quintale, nera, taglio di
capelli cortissimo, liscio-riccio-rasato-ultimissima moda, ci dice: - Non siate
nervose, questa non è una gara! Purtroppo, possiamo scegliere solo due di voi –
due su dodici? E perché non dovrei essere nervosa? - Adesso ognuna di voi si
alzerà in piedi, ci parlerà di sé, del proprio look, delle proprie scelte di
moda e del suo stilista preferito. Partiamo da me… - mentre spiega che lei si ispira a Missy
Elliot e Byionce, penso: il mio LOOK??? Io e la moda non abbiamo mai legato
granché; vuoi perché recito la parte di sono-un’artista-non-ho-tempo-per-le-frivolezze,
vuoi per mancanza di fisico-soldi, considero la moda una cosa interessante da
guardare, ma fuori dalle mie priorità. Non c’era un argomento più semplice?
Tipo: l’evoluzione della gorgiera dal
‘500 al ‘600? Quello almeno l’ho studiato! Le mie aspirati colleghe parlano di
quanto il loro look sia “sexy” o “professional” e di Gucci e Prada (ma non era
il Diavolo che vestiva Prada? Vade retro, Satana!). Io guardo sconsolata il mio
completo blusa e pantaloni morbidi neri, unici capi con cui mi sento a mio agio
perché non sottolineano troppo la panza, completati da foulard bianco e collana
colorata tanto per non sembrare troppo a lutto, e comincio a sentirmi come
Hugly Betty.
Al mio turno riesco a malapena a dire che il mio stile è “comfortable”: - Il mio
stilista preferito è Armani. Ovviamente questo non è un vestito Armani – tutti
a ridere… Alla fine di ogni intervento facciamo tutti un bell’applauso!
Ma ecco Giochi Senza Frontiere! (o per essere più
contemporanei, Wipeout). Prime due prove: in
gruppi di 4 sorteggiati al momento, vestire un manichino in 10 minuti
scegliendone il look e poi spiegarne le ragioni; allestire una parete con una
tematica data da loro, in 15 minuti, sempre spiegandone le ragioni.
Gli
esaminatori osservano i rapporti di forza che si creano nei gruppi. Se cercano
un leader NON lo troveranno in me, io lascio fare a quelle che sembrano più
esperte, mi ritaglio ruoli gregari, soprattutto se non c’è tempo e mi cade la
roba di mano. Difetto che costerà al mio gruppo un errore nell’allestimento
della parete. Ci era stato chiesto lo stile Safari e io correvo a prendere
abiti e accessori safari (questo almeno lo so!) mentre le altre si buttavano
sull’hawaiano seguendo la leader, aggressiva abbastanza da imporsi ma troppo
presuntuosa per ascoltarmi, ho lasciato fare, ho scelto le cose giuste ma la
parete è risultata non coerente con il tema, sigh.
Ciliegina sulla torta, prova individuale di
mezz’ora: girare tutto l’enorme store armate di taccuino, partendo dalle
vetrine, tre piani interni, uomo/donna/bambino, e segnare per ogni punto
visitato tre elementi di forza, tre elementi negativi e tre possibili
miglioramenti (per chi volesse venire qui, prenda nota, “strength/ weakness/to
improve” qua te lo chiedono sempre e ovunque).
So che se lascerò quella stanza
dei labirintici sotterranei da sola, potrebbero ritrovarmi dopo una settimana
ancora a vagare spaurita nei dintorni, non devo perdermi e quindi tengo
tenacemente d’occhio il gruppo delle più esperte.
Ovviamente i miei appunti
sono diversi dalla maggioranza, degli shorts esposti ne so poco, guardo
l’allestimento, la scelta dei materiali, la posizione dei manichini, la grafica
e le luci, (dopotutto, ero più o meno una scenografa).
La general manager
continua a ripetere: Very interesting! Good point! Ma io so che potrebbe dirlo
per semplice educazione. Il Supevisor di nome Love (?): capello biondo con
ciuffo lungo mi-sono-alzato-da-cinque-minuti, aria emaciata e vagamente
annoiata da “Che ci faccio qui? Io dovrei fare lo stilista, altro che grandi
magazzini…” Prende appunti sul suo taccuino. La tortura è quasi finita:
facciamo tutti un bell’applauso! (sembra di stare ad un Talk Show…)
Dopo una
pausa in cui posso fraternizzare con le mie compagne di sventura, arriva
l’interview vera e propria, una serie di domande individuali sul customer
service, del quale ovviamente non ho NESSUNA esperienza, sono le due, io sono
cotta, l’esaminatrice anche, vado via esausta.
Ho pochissime possibilità. Se mi
va bene dovrò lavorare tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 4,30, vestire
circa 400 manichini oltre a walls e corners vari ma farò parte di questa
“grande famiglia”, vuoi mettere?
Qualche giorno dopo mi arriva una cortese mail:
pur essendo rimasti tutti favorevolmente colpiti dalla mia prova (?), al
momento c’erano persone con esperienza più specifica, colgono l’occasione per
augurarmi il meglio. Va beh, In fondo mi sono divertita, quando ne facciamo
un’altra?
"Clap along if you...." e ci sono in tanti "se" per cui battere le mani insieme... E' il testo di Happy!!!
RispondiElimina"Clap along if you know what happiness is to you..." ma anche, e forse si addice meglio: "Clap along if you feel like that’s what you wanna do...". Se quello che uno vuol fare è la vetrinista in quella grande famiglia allora: " You are Happy!!!" :D
Kisses
mah..., fare la vetrinista in quella grande famiglia non era proprio la mia massima aspirazione, perciò "clap along" perchè non mi hanno presa! mi sento molto happy! =D =D =D
RispondiEliminami hai fatto morir dalle risate! ... pensavo al tuo completo nero stile armani e a come ti sentivi Hugly Betty!! hahaha
RispondiEliminati vedevo correre persa ancora nei labirinti sotterranei ! wahahaha :D
ahah! mi conosci abbastanza e sai che è vero! =D =D =D
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